30 luglio 2009

I nostri deficit


Nella scelta del luogo dove abitare pesano molti fattori. Quali e in che misura, ognuno di noi si porta dietro il suo personale elenco.
Ad esempio, molti di noi, da giovani, non avrebbero scelto un paesino come il nostro, solo per il fatto di non poter disporre di un mezzo di trasporto pubblico per spostarsi verso la grande città. Quelli più posati, invece, possono passare mesi senza abbandonare la propria area, e si meravigliano ancora oggi, quando durante le rare trasferte a Torino vedono le scale targate "M" che scendono verso il sottosuolo.
Ci sono persone che non riescono più a immaginare una abitazione priva di un collegamento internet a "banda larga", come quelli che anni fa si lamentavano se la propria casa mancava di allacciamento al gas o alle fognature.
Molti amano il nostro silenzio, altri non dormono se il tram di mezzanotte non frena sotto casa.
C'è la ragazza che ama poter uscire e arrivare in centro a piedi per lo shopping del sabato pomeriggio. Quell'altra che il weekend lo passa con lo zaino in spalla su e giù per i sentieri di collina.
Ognuno di noi vive in un luogo, che può rispondere alle proprie aspettative in gradi più o meno elevati. La decisione di spostarsi, si basa soprattutto su queste aspettative non corrisposte.
Uno dei ruoli della amministrazione comunale (e degli enti sovrastanti) è quello di capire come fare a soddisfare il numero più alto di concittadini, in modo che i giovani (soprattutto loro) non vivano con il pallino di andare via appena possibile.

Quali sono secondo te le mancanze più "pesanti" che ti spingono a sognare un "altrove"?
  • Trasporto pubblico insufficiente
  • Socializzazione difficile, mancanza luoghi di incontro
  • Servizi tecnologici inesistenti (ADSL, ecc)
  • Scarse possibilità di sviluppare competenze nel proprio territorio
  • Mancanza di servizi bancari e commerciali (Bancomat, farmacia, supermercato, bar, ecc)
Vota il sondaggio!

21 luglio 2009

Ragazzi, proponete qualcosa...


Due mesi fa, il Comune di Baldissero aprì il "Centro Giovani". E' notizia della settimana scorsa, che il centro è stato chiuso, non si sa ancora se in via definitiva.
Dai due articoli pubblicati sul Corriere di Chieri a distanza di una settimana, si possono leggere (fra le righe) i motivi del fallimento dell'iniziativa. Da una parte, l'amministrazione comunale che sottolinea con insistenza le cifre spese per i lavori effettuati per la ristrutturazione dei locali, ma lascia poi in mano ai ragazzi la gestione e lo sviluppo dei possibili utilizzi della struttura.

Dall'altra parte, i ragazzi che si sono trovati tra le mani, la gestione di una stanza con un tavolo e qualche sedia, e una insegna sulla porta. In più la richiesta (sempre secondo il Corriere) da parte dell'amministrazione di suggerire e proporre utilizzi e attività del centro. Per qualche settimana il Centro ha funzionato, come luogo di ritrovo dei giovani del paese.

Ma sembrerebbe che alle prime, logiche difficoltà che si presentano (vicini che si lamentano dei rumori, poca cura nella manutenzione del locale) le autorità del Comune chiusero il centro con poche spiegazioni, per giunta nel periodo dove l'utilizzo poteva diventare intensivo e di qualche aiuto per i genitori che si trovano in difficoltà a gestire i figli che sono già in vacanza mentre gli adulti continuano con i loro impegni giornalieri di lavoro.
Il sindaco da parte sua lamenta la scarsa o nulla propensione dei giovani a collaborare e proporre.

Ma il fatto che un nutrito gruppo di ragazzi si fosse avvicinato al Centro, era stato comunque un successo importante. E le autorità devono - prima di usare il proprio potere in modo sbagliato - avvicinarsi ai concittadini, interpellare, cercare comunque il dialogo. Soprattutto in questi casi, dove il soggetto è più debole ed è visto dalla comunità spesso come un "problema", un "fastidio".

Da parte dei ragazzi non ci sono state proposte. Come mai? Qualche domanda da porsi: i termini erano stati chiaramente definiti? si disponeva di un budget, di qualche idea di base? perché il fatto che sia diventato "soltanto" un punto di ritrovo viene visto come un fatto negativo da parte dell'amministrazione?

A Pavarolo, la futura sede della pro loco potrà ospitare associazioni ed altro. Uno degli obbiettivi dell'amministrazione comunale e quello di coinvolgere i ragazzi del paese che oggi hanno pochi sbocchi per i loro interessi. Quanto è accaduto ai nostri vicini può aiutare a capire quali siano le difficoltà che sicuramente dovranno essere affrontate e il modo migliore (o peggiore!) per poter superarle.

20 luglio 2009

Imperia: si inaugura la mostra antologica di Daphne Maugham Casorati


Altri articoli: Maugham, gli occhi del sentimento (La Stampa, 24/08)

Verrà inaugurata domani alle 18.30 la mostra antologica di Daphne Maugham Casorati ad Imperia, Villa Faravelli, fino al 13 settembre 2009
Gli orari della mostra saranno: da giovedì a domenica, 16,00/19,00 venerdì e sabato ore 16,00/19,00 – 21,00/23,00
La mostra realizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Imperia costituisce una delle più ampie esposizioni antologiche dedicate alla pittrice inglese raccogliendo nel suo percorso, che si snoda dalla fine degli anni dieci agli anni settanta lungo una linea ininterrotta di ricerca, oltre settanta opere pittoriche e grafiche.
La rassegna è organizzata in collaborazione con alcune prestigiose istituzioni culturali – l’Archivio Casorati di Torino, l’Archivio d’Arte Contemporanea dell’Università di Genova e la Fondazione De Ferrari di Genova ed è curata da Leo Lecci e Daniela Lauria.
Il catalogo edito da De Ferrari, Genova, offre un contributo indispensabile per la conoscenza dell’artista e per una rilettura critica della sua opera attraverso una completa ricognizione storica ed una attenta ricostruzione delle sue mostre e della sua biografia.
Attraverso un ordinamento che privilegia la scansione tematica dei lavori selezionati, catalogo e mostra documentano l’iter formativo della pittrice, gli studi e le sperimentazioni condotte presso i principali maestri dell’arte contemporanea, le frequentazioni internazionali e la partecipazione ad importanti rassegne espositive regionali e nazionali.
Nata a Londra nel 1897, Daphne Maugham crebbe in un ambiente cosmopolita e ricevette la prima formazione all’interno di una compagine familiare particolarmente vivace e raffinata: la madre, Mabel Hardy era pittrice e valente musicista, figlia dell’artista inglese Heywood Hardy e pronipote di sir William Beechey, ritrattista di corte della regina Vittoria, uno degli zii paterni era lo scrittore e commediografo William Somerset Maugham, il cui successo editoriale fu bissato anche da una eguale fortuna cinematografica grazie alla trasposizione di molte delle sue opere letterarie.
Trasferitasi a Parigi nel 1914 dove il padre rivestiva un incarico diplomatico presso l’ambasciata britannica, Daphne frequentò i corsi accademici sotto la guida dei maggiori esponenti della pittura simbolista francese - Maurice Denis e Paul Sérusier - mentre negli anni tra il 1918 e il 1921 seguì le lezioni del cubista André Lhote. Di ritorno a Londra dopo l’esordio al Salon d’Automme si perfezionò alla prestigiosa Slade School of Art della London University conseguendo il diploma universitario. L’incontro importante con il Maestro Felice Casorati, uno dei protagonisti dell’arte italiana del Novecento, di cui diverrà poi allieva e moglie, avvenne in occasione di un viaggio in Italia, segnando l’avvio di un’intensa attività espositiva che la vide presente alle principali rassegne nazionali e internazionali, quali le Biennali di Venezia del 1930, 1934, 1936, 1938, 1940 e 1948, alcune edizioni delle Quadriennali romane, l’Esposizione Internazionale di Parigi nel 1937, The International Exhibition of Paintings a Pittsburgh presso il Carnege Institute, mentre per la Liguria si segnala la sua partecipazione alle esposizioni della Promotrice Genovese di Belle Arti ed a significative rassegne artistiche quali ad esempio Il Premio del Golfo di La Spezia, nonchè numerose presenze presso prestigiose gallerie d’arte del capoluogo ligure.
La sua pittura, il cui tratto saliente è l’attenzione naturalistica con cui vengono trattate le varie tematiche, figura, paesaggio e nature morte, è modulata su toni delicatamente post impressionisti che si evolvono di volta in volta in pennellate quasi fauve per divenire poi quasi astratte. I paesaggi ritratti sono le colline piemontesi di Pavarolo, località amata dall’artista e sede della residenza di famiglia, le montagne innevate di Curmayeur e il paesaggio ligure scoperto in varie occasioni, come è possibile ricostruire attraverso la testimonianza del figlio della pittrice, Francesco Casorati anch’egli apprezzato artista, che attraverso la sua memoria storica e critica offre un prezioso contributo interpretativo.
L’esposizione consente anche di cogliere attraverso alcuni dipinti quali Il Porto di Oneglia, L’uliveto di Poggi e La piazza della Chiesa di Poggi il legame dell’artista con Imperia, reso particolarmente intimo e colloquiale anche grazie all’amicizia di Daphne Maugham Casorati con la pittrice Rita Saglietto a cui l’univa non solo la comune esperienza formativa presso l’atelier di Felice Casorati, ma anche una sensibilità lirica ed introspettiva particolarmente ricettiva di fronte alle vibrazioni delle atmosfere e delle suggestioni della natura mediterranea.
Esprime viva soddisfazione per l’iniziativa il Vice Sindaco Marco Scajola : “La mostra che entra a far parte degli eventi legati a Villa Faravelli - dopo la “personale” dedicata a Georg Baselitz nel 2005, la rassegna L’olivo nell’arte nel 2006, l’omaggio a Emanuele Luzzati nel 2007, le “antologiche” su Emanuele Rambaldi e su Giovan Battista De Andreis nel 2008 oltre alle mostre primaverili dedicate nel 2008 allo scultore Piergiorgio Colombara e nel 2009 alla pittrice Elisa Terranova - riconferma ancora una volta la destinazione della villa a sede di manifestazioni artistiche di rilievo e dedica un doveroso omaggio ad una delle più importanti pittrici italiane del Novecento, restituendone un ritratto fedele attraverso un percorso espositivo ricco ed articolato “.

La mostra è stata realizzata anche grazie al contributo di Fratelli Carli che ha sostenuto con sensibilità l’iniziativa.

di Carlo De Blasi, www.riviera24.it




18 luglio 2009

Crepe: superata la paura nella casa del sacrestano

Riaprirà il cantiere per dare sedi ai gruppi

Riprenderanno a settembre i lavori di ristrutturazione della "casa del sacrestano" annessa alla chiesa di San Defendente, negli omonimi Tetti.
Il cantiere, affidato all'impresa Ellea di Pavarolo, aveva subito a gennaio una battuta di arresto: "Non appena s'era messa mano alla ripulitura dei locali al primo piano, s'erano scoperte crepe d'entità inaspettata: penso siano da mettere in relazione con le piogge dell'autunno scorso e le ultime nevicate - spiega l'architetto Serena Tiddia, che dirige i lavori - Di qui una battuta id arresto, per decidere il da farsi".
S'e poi scelto di eseguire prove di carico dei solai, per verificarne la tenuta: "In questo od avremmo potuto sapere se l'edificio è solido, o se e necessario rinforzarlo".
Il test è stato effettuato la scorsa settimana: "Ha avuto esito positivo, per cui non saranno necessari consolidamenti: ora stiamo attendendo la relazione del professionista".
Dopo le ferie, i lavori potranno riprendere. "Al primo piano si tratterà di risanare i locali e rifare il pavimento: ricaveremo tre stanze, che verranno messe a disposizione della pro loco".
Più consistenti i lavori al pianterreno: "Interverremo su quella che in origine era una legnaia, e probabilmente dovremo demolire e ricostruire: otterremo un ingresso e un bagno utilizzabile anche dai disabili".
La spesa prevista è di 36.000 euro, di cui 18.000 stanziati dalla Regione in base a una legge che prevede finanziamenti per migliorie di locali di proprietà parrocchiale, ma utilizzati per attività che fanno capo ai Comuni.
La gestione dei locali sarà affidata alla Pro Pavarolo presieduta da Alessandro Chieregato. L'idea è di ricavarne sedi per le associazioni, ma anche farne un punto di ritrovo per giovani ed anziani, e un luogo dove organizzare eventi culturali.

Corriere di Chieri, venerdì 17 luglio 2009.

Il giallo del modulo "anti-neve"

Baldissero e Pavarolo all'asciutto
Se le nevicate dell'inverno scorso sono cadute su tutte le colline, le sovvenzioni della Regione stanno piovendo come gli acquazzoni: un po' qua e un po' là: Inspiegabilmente ci sono dei Comuni che non hanno ricevuto i soldi della Regione - spiega Sergio Bossi sindaco pavarolese e presidente riconfermato dell'Unione Collina Torinese - Pavarolo è tra quelli, ma altrettanto è successo a Baldissero e ad Arignano".
A valle delle nevicate invernali, l'ente che raduna dieci municipi aveva avanzato in Regione una richiesta di sovvenzione per i maggiori costi sostenuti per lo sgombero della neve: "Ci avevano risposto che c'era già in corso una procedura e che dunque la nostra richiesta era inutile".
Però, la modulistica per la richiesta non è arrivata dappertutto: "Non ho idea di che cosa sia successo - interviene da Baldissero il sindaco Carlo Corinto - Sta il fatto che a noi in municipio non è arrivato niente: né segnalazioni per richiedere i soldi é, soprattutto, nemmeno un euro".
A voi le nevicate quanto sono costate? "Tra i 40 e i 45.000 euro, vale a dire il doppio rispetto a un'annata normale".
Bossi, a nome dei comuni dimenticati, ha preso in mano le file della vicenda: "A noi la nevicata è costata 30.000 euro: se ce ne rifondessero una parte ci farebbe più che comodo. Ho sentito gli uffici regionali: stanno cercando di capire che cosa sia successo nell'invio delle comunicazioni. Chiedo che, per i Comuni che non sono stati avvisati, vengano riaperti i termini per l'ammissione al finanziamento".

Corriere di Chieri, venerdì 17 luglio 2009

Alza il volume! - Il piano casa del Piemonte


La presidente Mercedes Bresso ha commentato con soddisfazione l’approvazione, avvenuta l’8 luglio in Consiglio regionale, del disegno di legge che attua - in maniera più tutelante per il territorio e con forte impegno per la razionalizzazione energetica - l’impegno della Regione assunto tramite l’intesa sottoscritta con il Governo e snellisce le procedure in materia edilizia e urbanistica, comunemente denominato “Piano casa”.
“Vengono coniugate - sostiene Bresso - la sfida per la semplificazione e quella per l'efficienza e il risparmio energetico, due obiettivi chiave di questa amministrazione. Saranno portati da una parte benefici all'ambiente e alla salute dei cittadini, dall'altra si potrà contribuire a rilanciare l'economia creando posti di lavoro e incrementando il Pil piemontese”.
L’assessore regionale alle Politiche territoriali, Sergio Conti, ha sottolineato innanzitutto che “se è vero che la spinta iniziale è arrivata dal Governo sull’onda emotiva del dopo-terremoto, è altrettanto vero che, mentre il Governo non ha dato seguito agli impegni assunti nell’intesa, il Piemonte ha dal canto suo responsabilmente sviluppato un percorso autonomo, non limitato a misure straordinarie e contingenti, ma mirato a produrre azioni durature per il risparmio energetico, che favoriscono la transizione dall’edilizia tradizionale a quella consapevole e sostenibile. L’aver posto dei vincoli in tal senso - prosegue l’assessore - può apparire ai meno lungimiranti una scelta riduttiva se non punitiva: in realtà, si tratta di una scelta che risponde a fini più alti di garanzia per la vivibilità delle future generazioni. Senza contare poi che la nuova legge non limita al solo settore edile la funzione di volano dell’economia, ma offre opportunità di lavoro a una pluralità di altri settori”.

A continuazione, il testo "Dettaglio del piano casa", pubblicato sul sito della Regione:

“Il primo titolo del provvedimento - precisa l’assessore Conti - disciplina gli interventi di ampliamento in deroga agli strumenti urbanistici: tra le misure previste, è da evidenziare la possibilità di realizzare interventi edilizi che, seppure in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, saranno assentiti a condizione che si utilizzino tecnologie volte al risparmio energetico, da quantificare tramite la riduzione del 40% del fabbisogno di energia primaria dell’unità edilizia complessiva per il solo ampliamento o, per demolizione e ricostruzione, attraverso la progettazione e l’utilizzo di tecnologie volte a conseguire un significativo miglioramento della pratica corrente in riferimento alla qualità ambientale ed energetica dell’edificio, secondo il sistema di valutazione del Protocollo Itaca 2009 Regione Piemonte. I successivi due titoli, con valenza a tempo indeterminato, sono volti da un lato a semplificare alcune procedure edilizie e urbanistiche al fine di agevolare la tempestiva attuazione degli interventi, dall’altro a promuovere la riqualificazione urbana e sociale attraverso programmi a regia comunale”.
In coerenza con i criteri enunciati sono consentiti interventi di ampliamento, nel limite massimo del 20 per cento della volumetria esistente per le unità edilizie uni e bi-familiari e per gli edifici di edilizia residenziale sovvenzionata. La volumetria complessiva, a intervento concluso, non potrà comunque superare i milleduecento metri cubi. In alternativa i Comuni possono individuare, anche su richiesta degli aventi titolo, edifici residenziali da riqualificare attraverso interventi di demolizione, totale o parziale, e di ricostruzione con un incremento massimo del 35 per cento, finalizzati al miglioramento della qualità architettonica, energetica, ambientale, della sicurezza delle strutture e dell'accessibilità degli edifici. In aggiunta sarà possibile soppalcare, in deroga alle previsioni quantitative degli strumenti urbanistici, i fabbricati esistenti a destinazione artigianale o produttiva, che abbiano esaurito la superficie utile lorda consentita, per un aumento massimo del 30 per cento della superficie esistente; oppure, sempre per gli edifici produttivi o artigianali, sarà possibile realizzare interventi di ampliamento pari al 20 per cento della superficie utile lorda, con un massimo di 200 metri quadrati, in deroga alle previsioni quantitative degli strumenti urbanistici, vigenti o adottati, e ai regolamenti edilizi. Gli interventi non potranno in ogni caso essere realizzati su edifici o ambiti individuati dai piani regolatori come centri storici o aree esterne d’interesse storico e paesaggistico a essi collegati; singoli edifici, civili o di architettura rurale, di valore storico-artistico, ambientale o documentario; nei parchi nazionali e nelle aree protette istituite con legge regionale e in aree di inedificabilità assoluta. Per le aree in cui la norma è applicabile, la legge fissa limiti inderogabili, quali l’altezza massima, l’indice di permeabilità del suolo e le distanze dai confini, dalle strade e dagli edifici, e prescrive il reperimento dei necessari titoli autorizzativi.
“Saranno ora i Comuni, con deliberazione dei rispettivi Consigli, a decidere entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge se applicarne in tutto o in parte le disposizioni e a indicare altri parametri qualitativi e quantitativi definiti dagli strumenti urbanistici, a cui non si potrà comunque derogare - continua Conti -. Come già detto, ai Comuni è data inoltre facoltà di promuovere programmi di rigenerazione urbana, sociale e architettonica tramite azioni partecipative e di concerto con gli operatori privati; con tali programmi i Comuni individuano ambiti in cui vi sono edifici, ritenuti incongrui con il contesto edilizio circostante, da riqualificare in funzione di una maggiore efficienza energetica o a fini sociali, per i quali gli strumenti urbanistici possono prevedere interventi di demolizione, totale o parziale, e di ricostruzione. Infine, i Comuni possono individuare edifici produttivi o artigianali che costituiscono elementi deturpanti per il paesaggio per i quali prevedere il trasferimento in aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA), da realizzare anche tramite l’utilizzo di strumenti perequativi”.

14 luglio 2009

Il Pavarolo ha vinto la Coppa Piemonte di Seconda.

E’ stata la stagione delle formazioni della collina: Pavarolo e Baldissero hanno fatto man bassa di titoli e trofei a livello provinciale. I pavarolesi hanno riscattato la mancata partecipazione ai play-off aggiudicandosi la Coppa Piemonte di Seconda Categoria e, non ultimo, la Coppa Disciplina nella categoria Juniores provinciale. Meglio ancora è andata ai «cugini
» baldisseresi, che dopo la Promozione in Seconda hanno conquistato il titolo di campioni provinciali di Terza Categoria. L’allenatore pavarolese Francesco Arena non nasconde una punta di amarezza per il 14° posto nella graduatoria per i ripescaggi in Prima. «Ci siamo aggiudicati
la Coppa Piemonte, ma per motivi non legati all’attività agonistica, rischiamo di non essere
ripescati. Avevamo contattato diversi giocatori di Promozione, che difficilmente verranno nel caso restassimo, in Seconda».
La stagione del Pavarolo è stata comunque più che positiva. «Avevo a disposizione un gruppo di esperienza e l’obbiettivo era quello di vincere il campionato - afferma Arena - Ha funzionato tutto fino alle ultime cinque gare. Sono stati fatali il maltempo e la lunga sosta che ha interrotto la nostra serie di vittorie. Nel ritorno abbiamo pagato la carenza di preparazione a causa della neve e i cali fisici di qualche giocatore. A maggio abbiamo giocato ben otto partite in un solo mese».
Rose e fiori il cammino in Coppa. «La Coppa ci ha dato più ossigeno e il fascino del trofeo ci ha galvanizzati».
Pavarolo e Baldissero rappresentano la riscossa del calcio collinare? «Si tratta di una zona nuova dove è finita un’era, quella della Marentinese e ci sono squadre emergenti - afferma Arena - La Marentinese ha avuto la grande fortuna di avere dirigenti e giocatori al passo con la categoria. La mancanza di un settore giovanile, in particolare di una Juniores, alle spalle, unita ai costi di gestione, hanno fatto il resto».
Stagione da incorniciare per il Baldissero, che dopo un’assenza di diversi lustri è tornato in Seconda Categoria. Maurizio Felice ha allenato la squadra nell’ultima parte del campionato, subentrando a Gianni Dova, che aveva raccolto il testimone da Massimo Felice, dimessosi ad inizio stagione per motivi di lavoro.
L’arrivo in panchina di Maurizio era però coinciso con la sconfitta contro il Vianney. «L’obbiettivo era di passare di categoria, ma nel corso del torneo è stato necessario rinforzare le squadra - spiega Felice - Abbiamo subito pochi gol. Il gruppo si è rigenerato
con il cambiamento tattico». Il titolo provinciale ha rappresentato la ciliegina sulla torta. «Abbiamo affrontato l’avventura con gli elementi contati, ma abbiamo dimostrato un grande carattere».
Per concludere una «fotografia» del calcio collinare. «Sono squadre che ci sono sempre state, composte in prevalenza da giocatori dei dintorni. Sono pochi gli atleti locali. Nei paesi come Baldissero, rispetto a Chieri, ci sono le strutture che ti permettono di lavorare. Il nostro presidente Napione è un grande appassionato e ci è sempre stato vicino».  


Piergiorgio Lunati

Corriere di Chieri, 14 luglio 2009.

12 luglio 2009

San Sebastiano - 17 luglio

Venerdì 17 luglio alle ore 20.00 verrà celebrata messa presso la cappella San Sebastiano. Un momento per stare insieme e augurarci buone vacanze. Al termine, sono tutti invitati al buffet sulla via del Mondo.

Info:
3338781225/3287465008/3805448003

Bossi in vetta alla Collina


Presidente dell'Unione

Sergio Bossi confermato alla presidenza dell'Unione della Collina Torinese. Mercoledì i rappresentanti dei dieci Comuni che la compongono si sono riuniti per la prima volta dopo le elezioni amministrative che hanno rimescolato le poltrone. I 21 consiglieri hanno eletto il presidente. Come prevedibile, a larga maggioranza ha vinto l'uscente Sergio Bossi, sindaco di Pavarolo, che a breve dovrebbe comunicare i nomi dei membri della Giunta.
"La scelta è caduta sul candidato più adatto: ha svolto un ottimo lavoro nel mandato appena concluso", è soddisfatto Carlo Corinto, il sindaco di Baldissero che ha svolto l'incarico di presidente nei mesi precedenti le elezioni, dal momento che Bossi era sotto elezioni.
E' stato l'esordio nell'ente dei nuovi consiglieri, conseguenti al rinnovo dei Consigli comunali. Per Moriondo il neo sindaco Giuseppe Grandi prende il posto dello sconfitto Giovanni Vergnano. Per Pecetto cambio di ruoli al vertice, ma stessa maggioranza: Adriano Pizzo sostituisce Agostino Miranti, che comunque conserva la poltrona di consigliere. Il consigliere di minoranza per Pecetto sarà Cesare Canonico. A Sciolze il sindaco Marco Ruffino e Mario Allegro subentrano a Franco Costelli e Alfio Caudano.
Baldissero non ha rinnovato l'amministrazione, tuttavia Claudio Rendinella sostituisce Andrea Longo, dimissionario per motivi personali, mentre gli altri due consiglieri, Carlo Napione e Bruno Todesco, sono confermati.
A Pavarolo resta appunto Bossi, ma Giancarlo Bourlot prende il posto di Giuseppe Olivero.
Confermati anche il sindaco Emanuelita Nosengo e Ambrassa Agostino per Andezeno, Enzo Ferrero per Arignano, Gianluigi Cochis e Livio Cornaglia per Marentino, Giancarlo Vidotto e Roberto Tranchetta per Montaldo, Aldo Pagliasso, Paolo Pellegrini e Federico Pogliani per Pino Torinese.

Corriere di Chieri, venerdì 10 Luglio 2009.