30 dicembre 2014

Locali in affitto se il corso si paga

Affitto per i corsi a pagamento, libero accesso per quelli gratuiti: questa la discriminante decisa dal
Comune di Pavarolo per concedere in uso le sale dell’ex elementare dei Tetti San Defendente e la palestra della scuola elementare “Casorati”. A San Defendente, unico a pagare sarà Glenn Richardson, che guida il corso d’inglese: a suo carico un rimborso spese forfettario per l’uso dei locali di 100 euro. Non pagano invece gli altri utilizzatori, dal corso di pittura a quello di canto, dallo yoga al gruppo teatrale.

Giardini e fioriere pronti all’adozione Due gruppi candidati

Già due gruppi di pavarolesi si sono fatti avanti per aderire al progetto “Adotta un angolo del tuo  paese”, che il Comune ha lanciato per migliorare la cura del verde urbano. «Si sono candidati per i giardini di piazza San Defendente e per l’aiuola all’imbocco di via Maestra - spiega il sindaco Claudio Bertinetti -Chi è interessato lo segnali in municipio: dovrà compilare una richiesta, cui allegare un progetto (poche righe bastano) su ciò che vuol fare sull’area di cui chiede l’affidamento».
Sono “adottabili” aiuole, giardini, parchi, aree pubbliche inutilizzate, singole fioriere. Gli spazi
individuati sono dieci: piazza San Defendente, parco giochi San Defendente, aiuole dell’elementare
“Casorati”, parco giochi di Villa Enrichetta, le fioriere in via Maestra, via del Rubino, via Barbacana, piazza del Campanile, il piazzale del cimitero e le aiuole di via del Mondo. Il Comune ha adottato un regolamento: prevede la possibilità di affidare gratuitamente le aree verdi a cittadini (singoli o in gruppo), associazioni (anche una classe scolastica), operatori commerciali o imprese sponsor. L’affidamento durerà al massimo tre anni, ma sarà rinnovabile: «Ci sono sistemazioni che dovranno
essere realizzate in più stagioni: per questo pensiamo ad affidamenti di medio periodo». L’amministrazione potrà collocare sulle aree verdi assegnate un cartello o una targa con la dicitura “Il Comune di Pavarolo ringrazia per l’adozione di quest’area”. «La prossima primavera metteremo a disposizione bulbi, sementi e piccoli arbusti, per avviare la sistemazione delle aree - anticipa il sindaco - Potremmo inoltre indire una “festa delle aiuole”, per premiare quelle meglio gestite, oppure proporre dei temi annuali (per esempio sul colore delle fioriture».

1 dicembre 2014

Tre cammini per scoprire i luoghi di Don Bosco



I sentieri del Cammino di Don Bosco hanno una lunghezza complessiva di circa 140 km. Il punto di partenza è il Santuario di Maria Ausiliatrice, la “Casa Madre” dei Salesiani al Valdocco, dove è sepolto San Giovanni Bosco. Il punto di arrivo è il Colle Don Bosco. Il tratto torinese attraversa il centro storico fino alla Gran Madre. Dalle rive del Po si possono seguire tre vie. Il “Cammino Alto” o della Superga-Crea, lungo 55 Km, costeggia il fiume fino alla Riseva Naturale del Meisino, sale a Pian Gambino e alla Basilica di Superga, passa per il Bric Croce e tocca Bardassano, Sciolze, Cinzano (Casa Comollo), Cascina Moglia a Moncucco Torinese, Lovencito di Moriondo Torinese, Serra di Buttigliera d’Asti, concludendosi al Colle Don Bosco. Il Cammino Medio o del Lago di Arignano è lungo 42 Km e ricalca l’itinerario precedente fino al Bric Croce; poi devia verso Baldissero Torinese, Pavarolo, Montaldo Torinese, Marentino, Arignano, Barbaso di Moncucco Torinese e Cascina Moglia, dove si ricongiunge con il Cammino Alto. Il Cammino Basso o di San Domenico Savio è lungo 46 Km e costeggia il tratto torinese del Po fino al Ponte Isabella, sale al Colle della Maddalena, transita per l’Eremo dei Camaldolesi e tocca Pino Torinese, Pecetto, Chieri (con il Duomo e il Centro Visite dedicato a Don Bosco), San Giovanni di Riva presso Chieri (dove si trova la casa natale di San Domenico Savio), Croce Grande di Buttigliera d’Asti, la Cascina Mainito e il Colle Don Bosco. Bosco attraversò queste terre a piedi innumerevoli volte: da giovane per andare a studiare a Chieri, da adulto per incontrare i tanti ragazzi sbandati, emarginati e apparentemente senza futuro che aiutò a trovare la loro strada nella società, nel mondo del lavoro e anche nella vocazione sacerdotale. Don Bosco è l’ideale accompagnatore del turista che vuole andare alla scoperta di chiese, cappelle, piccoli borghi, castelli arroccati sui colli, ville immerse in parchi rigogliosi, cascine disseminate tra campi regolari e ordinate vigne.

Il Cammino è nato nell’ambito del più ampio progetto delle “Strade di Colori e Sapori”, una serie di itinerari scaturiti da un progetto che ha coinvolto la Provincia di Torino e 20 Comuni della Collina Torinese e della pianura del Carmagnolese. Le Strade attraversano e legano tra loro i mille angoli suggestivi di un territorio ricco di attrattive ambientali, agricole, enogastronomiche, storiche, culturali e architettoniche: dai campi dove si coltiva il Peperone di Carmagnola alle peschiere dove si alleva la Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino, dalle vigne che danno il Freisa di Chieri alle colline in cui si raccolgono le ciliegie di Pecetto. E’ la terra che, per l’appunto, diede i Natali a Don Bosco e a San Domenico Savio, ma è anche la terra dell’industria tessile (Chieri) e dei castelli (Pralormo e Santena) in cui si è scritta la storia, del Piemonte prima e dell’Italia poi. E’ un territorio ha saputo “fare squadra”, consolidando in una decina d’anni una rete  promozionale, che vede lavorare fianco a fianco i Comuni, i Parchi del Po e della Collina Torinese, l’Università di Torino, gli operatori turistici, i ristoratori, le aziende agricole (molte delle quali hanno avviato con successo l’attività agrituristica), le associazioni di categoria e quelle culturali. Tutti uniti per promuovere i beni ambientali, storici, architettonici, le risorse economiche e la cultura materiale.




Zuffa con "baci di Riina" nel divorzio dell'Unione