21 maggio 2010

Aimone racconta mezzo secolo di arte

In mostra i dipinti di una carriera iniziata accanto a Casorati

E’ la storia di una vita d’artista, quella che il pittore pavarolese Nino Aimone propone in “La figura parallela”, mostra aperta fino al 31 maggio alla fondazione “Amendola”, in via Tollegno 52 a Torino (ingresso libero: orario dal lunedì al venerdì 10- 12 e 15,30-19,30). Aimone presenta una cinquantina di tele e alcune sculture, a coprire oltre mezzo secolo di attività: dal 1959 al 2010. Una carriera artistica iniziata alla scuola di Felice Casorati, e poi proseguita su direzioni proprie, segnata da avvenimenti-cardine: nel 1965 il viaggio negli Stati Uniti, dove si protesta contro la guerra in Vietnam; nel 1966 la comparsa di ”Reanna”, ragazza immaginaria che sarà soggetto di molte opere; a fine anni ’70 il periodo dei ”quadretti”; dagli anni ’90 il ritorno alla figura umana.

Pavarolo cerca il suo Peter Pan

Ci sono il canovaccio, il titolo e la data del debutto: ma al musical “Una serata con Peter Pan” mancano ancora il protagonista e molti comprimari. «Per il protagonista, in realtà, qualche candidato “potabile” ci sarebbe: ma si tratta di capire chi si renderà disponibile per la parte più impegnativa - segnala l’assessore Eleonora Sorba, che tira le fila dello spettacolo - Ci farebbero comodo delle comparse, e anche tecnici di scena». Il gruppo si chiama “I senza età”, e si propone di calcare le scene anche in futuro. Per adesso il primo traguardo è al 2 settembre, come prologo della festa patronale di San Secondo. Al momento della neonata filodrammatica pavarolese fanno parte Laura Torta, Raffaella Da Cas, Nicoletta Mantovani, Anna Denti, Eleonora Giammò, Emanuele ed Elisabetta Martinetti, Glenn Richardson, Maria Candita, Barbara Bruno, Alessandro Chieregato, Marilena Moro, Stefania e Mauro Loverier, Dorela Calapareanu, Roberto Tranchetta, Alessio Roccati ed Eleonora Sorba. «Ci troviamo tutti i venerdì alle 21, nella palestra della scuola elementare: qui si potrà presentare chi vuol darci una mano - prosegue l’assessore - Per il musical non abbiamo scelto il testo di uno spettacolo preconfezionato, ma stiamo attingendo da più fonti». Protagonista a parte, quanti attori vi servono? «Ne avremmo bisogno per le scene di gruppo: quelle con i pirati, i pellerossa o le sirene. Inoltre ci servono persone che, pur non recitando, ci aiutino con la scenotecnica: per l’allestimento delle scenografie, le luci...».

Corriere di Chieri, 14 maggio 2010

17 maggio 2010

«Aprite i vostri cassetti per raccontare Pavarolo»

PAVAROLO - Il paese cerca testimonianze del suo passato: foto d’epoca, ma anche immagini più recenti, avendo come limite gli anni Settanta. A promuovere l’iniziativa è l’assessore alla cultura Enrico Aliberti, che si propone di dar vita a una mostra in concomitanza con la festa patronale del settembre prossimo. «E’ un’idea che ho da almeno un paio d’anni - spiega Aliberti - So che in giro c’è materiale interessante: tutto sta a convincere i pavarolesi a cercare nei loro cassetti». Ci sono già idee sull’organizzazione della mostra? «Verrà allestita al caffè letterario sulla piazza del Campanile, utilizzando le pareti a vetrate per una esposizione che si potrà visitare stando all’esterno del locale. Il titolare, Giovanni De Maria, s’è offerto per ricevere il materiale, nelle ore in cui il caffè è aperto. Ovviamente garantiamo la buona conservazione e la restituzione di foto e negativi». La mostra potrebbe svilupparsi secondo filoni tematici, che saranno individuati in base al materiale disponibile: «Penso ai ritratti di famiglia, alle feste, ai paesaggi, ai personaggi. In questa fase, però, pensiamo di ritirare tutto il materiale che ha per comune denominatore Pavarolo ». L’assessore, infatti, sta pensando alla creazione di un archivio digitale di immagini storiche, scannerizzando ciò che verrà consegnato: «In questo modo questo materiale rimarrà in Comune, a disposizione di future iniziative o per chi studierà la storia del paese».

11 maggio 2010

Saitta: «Lavoro e infrastrutture le priorità della Provincia»

Il riconfermato presidente fa il punto sul programma: «Alla Regione chiedo un patto per rimuovere i vincoli»
Torino inarrestabile laboratorio che sta digerendo la crisi dell’industria dell’auto, riproponendosi con poli d’eccellenza, aiuti alle imprese e piani di rientro per chi è rimasto spiazzato dal sisma dei mercati? Nuovi contenitori d’arte come Venaria e le regge sabaude, piani stradali e di riconversione delle aree industriali, idee per il 150˚ dell’Unità del Paese. Progetti innovativi per la promozione dei settori agroalimentare (Maestri del Gusto,Guida ai vini),turistico (turismo industriale) e alberghiero (marchio Yes! Torino quality for travellers), ma anche di supporto alla ricerca tecnologica delle Pmi attuati dalla Camera di commercio.
Quarta provincia per export e terza per fatturato.Torino e la sua provincia sono state una delle maggiori capitali mondiali del manifatturiero e dell’auto. Settori dalle rotte lunghe e periodicamente soggetti a crisi d’identità e rigenerazioni.
E poi parlano i numeri. In provincia di Torino sono attive 236mila imprese. Il Pil del Piemonte è attestato a 126,8 miliardi e quello di Torino a 66,8.Se la provincia di Torino si collocasse nella graduatoria mondiale degli Stati per Pil, occuperebbe la 58ª posizione, subito dopo la Repubblica Slovacca. E poi altri primati che fanno riflettere: l’export. Piemonte a 37,8 miliardi, Torino a 18,8. Ne parla Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino.
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«L’impegno dell’Amministrazione provinciale - spiega Saitta, da poco riconfermato nel suo mandato - vuole sfruttare tutte le peculiarità di un territorio ricco di storia, tradizioni, commerci e alta specializzazione industriale. Abbiamo 315 Comuni che fanno parte della Provincia, quarta per numero di abitanti, a grande vocazione turistica e agroalimentare, realtà su cui puntare per il rilancio del territorio. Ma l’impegno più importante della mia amministrazione sarà quello delle grandi infrastrutture, soprattutto stradali, come la Tangenziale Est, la Tav, tutto il tracciato di corso Marche, dove si spingerà la Torino futura. Si tratta di grandi riordinamenti urbanistici che porteranno ricchezza e investimenti sul territorio. Un dato significato dell’importanza di investire sul territorio è rappresentato dagli impieghi fino a oggi stanziati dalla Provincia e che toccheranno i 100 milioni. Ci sono poi vaste progettualità sul Canavese, sulle iniziative di realizzazione di nuove imprese, sulla formazione dei giovani e sull’orientamento al lavoro. Poi, le recenti iniziative che abbiamo adottato per pagare le aziende che lavorano per la Provincia, che si farà garante dei “crediti prosoluto” in modo che rivolgendosi alle banche convenzionate, queste potranno anticipare i pagamenti. Ancora, la trasformazione delle modalità a base di gara non più sul “massimo ribasso”, ma sulla “media mediata”».
Un patto di stabilità regionale per rimuovere almeno in parte i vincoli che gravano sulle Province, soprattutto relativi alle spese di investimento per lo sviluppo delle infrastrutture e del territorio: è la prima richiesta che il presidente Saitta ha rivolto ai vertici della Regione Piemonte appena insediati. Un dossier sintetizzato in venti punti per chiedere al neo governatore del Piemonte, Roberto Cota, la certezza nei trasferimenti e l’applicazione di un reale federalismo piemontese.
Che cosa vi aspettate allora? «La Regione - dice Saitta - costituisce da oltre 10 anni un esempio virtuoso sulla strada del federalismo e del decentramento istituzionale per la vastità delle materie trasferite alle Province. Su 34 materie complessivamente trasferite, ben 27 ci assegnano compiti, e questo processo ha rinnovato e riconosciuto il nostro ruolo e la nostra funzione. Ora, in coerenza con la legge delega sul federalismo fiscale e il nuovo disegno di legge sulle autonomie, ci aspettiamo che la Regione Piemonte si concentri sulla sua funzione legislativa delegando al livello territoriale, Provincia e Comuni, il governo di area vasta e quello di prossimità».
Lei ha la responsabilità di una Provincia ricca e fattiva, dove il lavoro di coordinamento tra i 315 comuni richiede un forte impegno.
«Per questo sono riuscito a mettere tutti intorno a un tavolo con un Piano territoriale di coordinamento. In pratica un nuovo strumento urbanistico che ha visto la firma di un accordo per limitare le aree di costruibilità e per un riordino
del già esistente in vista di uno sfruttamento paesaggistico e turistico del nostro territorio. Oggi occorre cambiare modelli che per troppi anni hanno devastato intere zone di grande valore».

Quindi?
«Occorre rivedere i paradigmi che fino a oggi hanno portato a questo sviluppo incontrollato pari all’intera area urbana di Torino, che ha invaso colline e pianure. È evidente che le aree libere non vanno più toccate e questo i Comuni lo
hanno capito».

Leggete l'articolo completo del "Giornale", martedi' 11 maggio 2010, Massimiliano Finzi.

4 maggio 2010

I bimbi cantano per le mamme

Il sabato 8 maggio - CANZONI PER MAMME - Ragazzini sul palco per cantare le loro canzoni dedicate alle mamme. Al salone della scuola elementare (via Maestra 37) ore 21. Ingresso libero!