25 novembre 2013

«Nell’albo pretorio on line non c’è traccia delle determine»

Lettera pubblicata su "Lettere e opinioni" del Corriere di Chieri
MINORANZA DI PAVAROLO

Egregio Signor Direttore,
come è noto, il recente riordino della disciplina riguardante gli obblighi di trasparenza e diffusione delle informazioni da parte della Pubblica Amministrazione (L. 69/2009) prevede la pubblicazione di tutti gli atti nell’Albo Pretorio digitale del Comune. Avendo l’esigenza di verificare l’andamento della spesa nel nostro Comune di Pavarolo, abbiamo dovuto ricorrentemente richiedere al Segretario Comunale le copie delle "determine", cioè di quegli atti di spesa che altrimenti non transitano nei Consigli Comunali.
Infatti, consultando l’Albo informatico del nostro Comune abbiamo scoperto che questo, unico Comune di tutto il circondario (Andezeno, Arignano, Baldissero e Montaldo vi provvedono puntualmente), non contiene l’inserimento delle determine.
Abbiamo conseguentemente presentato al Sindaco una interrogazione in merito, il quale ha risposto che "...le attuali disposizioni regolamentari del Comune di Pavarolo non prevedono la pubblicazione delle Determine...In ogni caso disporrò affinchè gli Uffici preposti predispongano le apposite modifiche..." La risposta ci pare meritevole di ampia diffusione tra i cittadini però,consapevoli dei tempi di risposta che la nostra Amministrazione matura e pondera (a proposito a che punto si trova la
risposta alle osservazioni riguardanti la Variante Strutturale di Villa Enrichetta, presentata il 14 giugno 2013 e sottoscritta da 130 cittadini, cheera stata prevista per settembre e poi slittata ad ottobre?).
Non possiamo che prendere atto della risposta che ci è stata data, con una possibilità non certo remota che si arrivi alla pubblicazione delle determine  all’Albo Pretorio on-line prima delle prossime elezioni.
Valeria Roccati, Samantha Frison,
Vincenzo Varetto, Paolo Stizzoli,
Eleonora Benvenuto, i Consiglieri
di minoranza del Comune di
Pavarolo.

«Per fortuna è sparita la Santa inquisizione con il rogo degli eretici»

Lettera pubblicata su "Lettere e opinioni" del Corriere di Chieri
MINORANZA DI PAVAROLO

Sig. direttore,
risolleva il petto in un respiro liberatorio e rasserena lo spirito la lettura dell’intervista che il nostro Sindaco (il Sindaco di tutti noi di Pavarolo...) ha rilasciato al dott. Bassignana, che ha saputo con consumata perizia interpretarne lo spirito, pubblicata dal "Corriere" del 4 ottobre u.s.
Abbiamo così appreso di prima mano che gli errori evitati per casualità o coincidenze (per fortuna non c’erano soldi sufficienti...) si "devono" rubricare come occasioni perdute; che chi si permette di non condividere "tutte" le scelte del "capo" e saluta la congrega diventa un fenomeno incomprensibile, come una mosca nella minestra; che chi è partito per comprendere i giochini urbanistici nel nome della conservazione  ecologica del territorio ha invece trovato, strada facendo, una marmellata magari meno ecologica, ma di gusto certamente più condivisibile... è diventato un gruppetto "colombiano", cioè è partito per scoprire la Cina ed invece, strada facendo, ha scoperto lAmerica.
Abbiamo anche appreso, se lo ignoravamo, che il concetto "democratico" della dialettica maggioranza/minoranza sottintende, per la minoranza "momentanea" soltanto la possibilità di sciogliersi nella maggioranza, come il sale nell’acqua: viene voglia di ringraziare che, per fortuna, è tramontato l’istituto della Santa Inquisizione, con conseguente rogo degli eretici. Oggi basta ignorarli o non far sentire la loro voce.
Infine, una larga parte dei cittadini pavarolesi è sentitamente partecipe dei "sagrin" del Signor Sindaco anche se, in cuor proprio, ringrazia che non siano diventati anche i "sagrin"’ di tutti loro, di scelte ed anche di tasca.
I Gruppi consiliari di minoranza del Comune di Pavarolo

Il municipio si veste da asilo in caccia di fondi per il tetto

Il Comune vuole rifare il tetto al municipio, ma per  avere i soldi dalla Regione dichiara di voler rendere più sicura la scuola materna, al piano terreno dell’edificio che ospita anche gli uffici.
Sotto la copertura di coppi ci sono onduline di eternit, pannelli di lana di vetro e poi un rivestimento in perline di legno  - spiega Bossi - Vorremmo bonificare il tetto, eliminando l’eternit e realizzando una copertura più efficiente in quanto a risparmio energetico. Del lavoro ovviamente beneficerebbero tutti quanti usano l’edificio, bambini compresi».
La chiamata in causa della scuola materna è d’obbligo: «Non abbiamo i soldi necessari, ma potremmo riceverli dal bando regionale per la messa in sicurezza e manutenzione straordinaria degli edifici scolastici», rivela Bossi. A questo scopo è stato presentato un progetto esecutivo da 37.000 euro, a firma del tecnico comunale architetto Guido Margarini e del geometra Massimo Conte.
Se i soldi non dovessero arrivare? «Rinvieremmo i lavori. Al momento non ci sono pericoli, però prima o poi il tetto dovrà essere rifatto per migliorare la resa energetica di tutto l’edificio».

Corriere di Chieri, 11 ottobre 2013

Tra dubbi e “sagrin” Sergio Bossi medita se affiancare l’erede

ALLE ELEZIONI DEL 2014 DOVRÀ CEDERE LA FASCIA DI SINDACO

 «Credo che me ne andrò via portandomi appresso qualche “sagrìn”». I “sagrìn”, le preoccupazioni,
sono evidenti nell’ingombro ufficio di Sergio Bossi, dal 2004 sindaco di Pavarolo. Ci sono i quadri vincitori di una Biennale ora sul binario morto, il piano di protezione civile partorito da un’Unione Collinare che non c’è più, i progetti del polo scolastico cancellato dall’aumento dei costi e dal patto di stabilità...
In primavera Pavarolo dovrà scegliersi un altro sindaco, perché la legge vieta di indossare la fascia tricolore tre volte di seguito. Ma Bossi si farà da parte o magari eminenza grigia del successore? «Devo ancora decidere. Non è escluso che mi candidi con la lista dell’attuale maggioranza, per dare una mano. Potrei anche dedicarmi a tempo pieno al “mestiere” di nonno».
Tra i suoi sagrìn, quali riguardano progetti che si pensava di condurre in porto?
Il polo scolastico al primo posto. Ce l’avevamo quasi fatta: materna ed elementare a lato del campo sportivo, in una struttura nuovissima. Ma i costi sono lievitati rispetto alle previsioni (sarebbero occorse fondazioni palificate profonde 15-20 metri) e il patto di stabilità ci ha impedito di investire. E’ un peccato, perché avremmo potuto farcela. C’è poi la “porta di Pavarolo”.
Vero: la rotonda all’ingresso del paese, per sanare l’incrocio pericoloso all’altezza del cimitero e indicare la vicinanza del centro storico cui si sarebbe arrivati con un nuovo marciapiede. Il presidente della Provincia Antonio Saitta aveva promesso la priorità all’opera, ma anche lì... Nel frattempo, però, dal progetto redatto da noi che costava 55.000 euro si è passati a quello della Provincia di 300.000 euro. Ovviamente, più le cifre salgono e meno c’è possibilità di aprire il cantiere.
Tra le opere rimaste parole, c’è la rotonda sulla strada della Rezza per mettere al sicuro gli accessi a Pavarolo e Montaldo:
lei aveva presentato una bozza di progetto, con corsie di raccolta per gli accessi laterali.
Qui sono ancora ottimista: la Rezza è una strada pericolosa, ma la situazione è migliorata con le recenti riasfaltature che hanno dato giusta pendenza alle curve. Non credo che Regione e Governo abbiano rinunciato a finanziare la tangenziale Est: a breve dovrebbe esserci un incontro. Quando verrà costruita si realizzeranno anche opere per un più sicuro accesso ai nostri paesi. E poi c’è la biennale di pittura “Casorati”. Mi ostino a non darla per morta, anche se l’ultima edizione è del
2010. Può cambiare, coinvolgere altri Comuni (quelli della nostra Unione e Riva, per esempio). Al momento non possiamo fare previsioni: diciamo che la Biennale è viva, ma in stand-by. Per farla rinascere servono 40.000 euro. A fronte delle opere rimaste sulla carta, ce ne sono altre che non prevedeva nel suo programma elettorale del 2009 e invece vedranno la luce entro fine mandato?
La ristrutturazione della scalinata del campanile, la sistemazione del campo sportivo e di via Tetti Fantini, l’acquisto dalla disciolta Unione Collinare del tendone per spettacoli e altro. L’Unione della Collina Torinese è un altro dei suoi sagrin: lei
l’ha vista nascere, l’ha presieduta e ora ne è l’esecutore testamentario, come responsabile della liquidazione dopo lo scioglimento a fine 2012. A ben pensarci, non avremmo dovuto chiuderla, ma sembrava inevitabile: la Regione aveva chiuso i finanziamenti e i Comuni non potevano sostenerla da soli. Adesso, però, dovete sostituirla con qualcosa di simile, visto che
la legge obbliga i piccoli paesi a gestire i servizi in forma associata. Già. Noi abbiamo trovato un’intesa con Arignano, Montaldo, Marentino e Mombello. A meno che non cambi qualcosa, per i piccoli Comuni, non vedo altra via.
Anche perché, sul piano della rappresentatività, sono tramontati sia quell’Unione collinare in cui lei ha sempre creduto molto, sia il ruolo di Chieri come “locomotiva del Chierese”, evidente all’epoca dell’amministrazione Gay e scomparsa con Lancione.
Aggiungiamo anche questo all’elenco dei miei “sagrin”. Noi del Chierese possiamo farci sentire solo se stiamo insieme. Altrimenti
saremo sempre una zona di confine, tra la metropoli e l’Astigiano. Tentativi di dare identità al territorio ce ne sono stati anche altri, peraltro con scarso esito: “Strade di colori e sapori”, per esempio.
E’ una iniziativa che non è morta del tutto: per noi la sta seguendo Cochis, il sindaco di Marentino. Ma sono nozze coi fichi secchi, dato che mancano i soldi. Noi, per esempio, abbiamo acquistato e piazzato un tabellone su cui loro avrebbero dovuto applicare la mappa del paese: è ancora lì che aspetta. Per non lasciarlo vuoto ci abbiamo appeso sopra l’ultima edizione del nostro giornalino comunale. Parliamo della “squadra“ che l’ha affiancata in questi anni.
Direi che mi hanno aiutato molto i consiglieri di maggioranza, e gli assessori in particolare. Però, l’assessore Enrico Aliberti e il consigliere Giancarlo Bourlot sono stati molto critici sulla variante di Villa Enrichetta, costringendo alla modifica
del progetto iniziale.
Penso che sia stata una critica costruttiva. E poi non ne faccio una questione personale: non se la sono presa con me, ma hanno chiesto una riflessione su un progetto approvato dal Consiglio. E che dire allora di Eleonora Benvenuto? Era una delle sue collaboratrici più strette, un assessore, e ha clamorosamente abbandonato la maggioranza.
Il suo è stato un atteggiamento che continuo a non capire. Anche perché ho sempre detto che in un Comune come il nostro non ci devono essere maggioranza e minoranza, ma si deve lavorare tutti insieme.
Quando scadrà il mandato, lei avrà trascorso dieci anni alla guida del Comune. In questo periodo come ha visto cambiare Pavarolo?
Sono arrivato che il paese aveva meno di mille abitanti, ora ci sono 200 persone in più: in prevalenza famiglie giovani.
Col rischio di fare di Pavarolo un paese dormitorio?
Direi di no: certo quasi tutti lavorano fuori, ma è gente che poi vedi la domenica a messa o alle feste del paese. Segni di vivacità ce ne sono: la nuova pro loco, per esempio, costituita in prevalenza da giovani.
Ormai sono pochi i mesi che la separano dalla fine del mandato. Ha individuato un suo potenziale successore?
Se i pavarolesi lo voteranno, è già adesso in Comune. Nessun nome, per ora: dico solo che potrebbe anche essere anche un giovane,
ma ovviamente il candidato sarà deciso insieme. Teniamo inoltre conto che alle prossime elezioni l’Unione “Lago e collina” sarà già operativa e che il sindaco di Pavarolo farà parte del direttivo. Quindi sarà chiamato ad un ruolo differente dal mio.
Enrico Bassignana


Corriere di Chieri, 4 ottobre 2013