15 settembre 2011

Chierese snello ed efficiente se avesse un unico Comune

Nella sua “Riflessione” (Corriere del 27 maggio), Federico Feyles invitava il neo sindaco di Cambiano,  l’ingegner Giancarlo Michellone, ad assumere anche il ruolo di “Sindaco del Chierese” con l’obiettivo di mettere a punto un serio e credibile piano di sviluppo economico territoriale di cui abbiamo tanto bisogno. Michellone ha competenze ed esperienze da vendere. Nel corso della sua lunga carriera professionale si è messo in luce anche a livello internazionale. Quella riflessione, però, anticipa quanto la recente e “brancaleonesca” manovra economica varata dal governo riguardo i tagli alla politica con la riduzione, non l’abolizione, delle Province e l’accorpamento dei piccoli Comuni. Ma, per rendere ancora più frizzantina quella tesi metterei in pratica anche qualche concetto del “Lean Thinking” (pensiero snello), prendendolo in prestito dal mondo della produzione industriale più avanzato: quello che fa i fatti assicurando prodotti e servizi efficienti, crescita, sviluppo e fiducia nel domani per coloro che ne sono attivi protagonisti. Obiettivo “Lean”: molto semplicemente concentrarsi sul valore delle cose e delle azioni che si compiono eliminando tutti gli sprechi. In quest’ottica quale è il valore in gioco del “Chierese”? Cominciamo con dati di fatto. Un territorio frazionato fra i 25-30 Comuni appartenenti a due Province, Torino e Asti. Una popolazione di circa 100 mila abitanti. E’ utile e necessaria questa medievale frammentazione amministrativa alla quale aggiungere tre comunità collinari, l’Alto Astigiano (castelnovese), parte del Pianalto (villanovese) e l’Unione della Collina di Torino? Più nel dettaglio, vediamo cos’è l’Unione della Collina Torinese, per non parlare delle altre 2 Comunità collinari che presentano dati forse ancora più curiosi. All’Unione fanno capo una decina di Comuni, da Pecetto a Moriondo passando per Pino, Baldissero e Pavarolo. Una popolazione di 25 mila abitanti, il Comune di Chieri da solo ne conta 36 mila. Moriondo, Mombello, Montaldo sono sotto i mille abitanti,
i restanti, ad eccezione di Pino T.se, non ne raggiungono 5 mila. Eppure, tutti questi paesi hanno un municipio,
un sindaco, degli assessori, dei consiglieri. Tutti hanno strutture burocratiche che, nonostante la buona volontà dei singoli amministratori e dipendenti, non sempre riescono a funzionare in modo efficace per i loro cittadini. Ogni Comune ha un proprio “Piano di sviluppo edilizio e urbanistico” che prevede insediamenti industriali, artigianali e urbani che consuma territorio in maniera indiscriminata e non sempre efficiente. Gli introiti
derivanti da questi piani di sviluppo, gli oneri di urbanizzazione, quasi sempre servono a finanziare la spesa
corrente e pochissimo gli investimenti. Tutto quanto descritto rappresenta un costo non indifferente che, nella
visione “Lean”, è chiamato spreco. La proposta provocatoria è dunque di superare la proposta del governo: raggruppando tutte queste realtà in un unico Comune, quello del Chierese, eliminando tutto il superfluo, riorganizzando il sistema a tutto vantaggio del cittadino e delle sue tasche. Attenzione: riorganizzando!
Se questi possono essere presupposti percorribili, allora accanto al sindaco Giancarlo Michellone propongo
la candidatura dell’amico Federico Feyles come assessore all’economia e all’organizzazione del nuovo super Comune del Chierese.
Gianfranco Ghignone (Pavarolo)

da "Lettere e Opinioni", Coriere di Chieri, 2 settembre 2011

9 settembre 2011

Pavarolo costruirà la nuova scuola. Spinta decisiva dalla Regione

Stanziati 860mila euro. Edificio in classe energetica A+
La Regione ha assegnato un contributo di 860.000 euro per finanziare la costruzione del polo scolastico che dovrà sorgere a valle di via Baldissero, a lato del campo sportivo.Adesso il Comune deve indire un bando e scegliere i professionisti che, partendo dal progetto preliminare disegnato dagli architetti Arianna Quaglia e Luca Tartaglia, dovranno redigere il progetto definitivo: dovrà essere pronto tra 180 giorni. In parallelo la Giunta dovrà muoversi per reperire i soldi che ancora mancano per pagare tutta l’opera, il cui costo stimato è di 2,5 milioni. «Il primo finanziamento regionale l’abbiamo ricevuto perché ci proponiamo di costruire un  edificio quasi autosufficiente sul piano energetico - spiega il sindaco Sergio Bossi - Ora batteremo cassa all’assessorato all’istruzione. Contiamo su un contributo di 500.000 euro e siamo ottimisti ». Perché? «In passato abbiamo rinunciato a finanziamenti di minore entità, quando ci siamo resi conto che l’ampliamento della scuola di via Maestra sarebbe stato solo un palliativo. Quindi siamo ben messi in graduatoria tra i  richiedenti anche perché, nel frattempo, abbiamo assorbito l’elementare di Montaldo e, con un edificio nuovo, potremo rispondere in pieno alla normativa antisismica che nel frattempo è entrata in vigore per gli edifici pubblici». E i soldi che mancano? «Abbiamo già accantonato 700.000 euro negli anni. Ne rimangono 440.000, per i quali accenderemo un mutuo». La scuola si svilupperà su due livelli. Il pianterreno ospiterà le aule per tre sezioni della materna (per un massimo di 100 bambini), la cucina e la mensa. «La mensa è unica, perché gli alunni dell’asilo e dell’elementare pranzano in orari diversi - spiega l’architetto Tartaglia - E’ inoltre prevista la cucina, per consentire la preparazione di pasti sul posto, senza dover ricorrere a un fornitore  esterno ». L’elementare sarà al primo piano, dimensionata su 150 alunni: avrà cinque aule e la palestra. Secondo i progettisti, da quando verrà avviato il cantiere occorreranno 22 mesi per completare l’opera. Il complesso apparterrà alla classe energetica A+: è la più efficiente, con la miglior combinazione tra comfort abitativo e risparmio energetico grazie all’impianto di riscaldamento/ condizionamento e alle tipologie di materiali, pareti e serramenti che costituiscono l’involucro dell’edificio. La nuova scuola produrrà l’energia che le occorre: sulla falda del tetto della palestra, rivolto a sud, verrà installata una serie di pannelli fotovoltaici. Su altra superficie, sempre rivolta a sud, verranno collocati 25 pannelli solari termici. Dal punto di vista  architettonico, l’edificio è ispirato al contesto culturale e naturale in cui andrà a inserirsi. «La sua pianta ricorderà quella delle vecchie cascine, con un cortile centrale - osserva il sindaco - I muri perimetrali avrannomattoni faccia a vista, mentre la palestra avrà un rivestimento in lamiera coibentata: uno “stacco” per evidenziare come la costruzione sia di epoca e concezione moderne». Aggiungono i due progettisti: «Il nuovo edificio sarà costruito a fondovalle e perciò lo si vedrà dall’alto. Per questa ragione abbiamo progettato tetti
piani, che avranno uno strato di finitura in ghiaia e poi saranno rivestiti di piante». Per la progettazione dei volumi e delle relative aperture sono stati presi in considerazione anche i venti dominanti nell’area. Infatti sul lato nord, colpito dal vento, le poche finestre avranno dimensioni ridotte; i locali destinati ad aule o laboratori saranno invece rivolti  ad est o a sud, specialmente quelli delle varie sezioni della materne: avranno anche unamaggiore luminosità. Nel suo insieme, il posizionamentodelle aperture punta a rendere massima la  ventilazione naturale degli ambienti, per ridurre la necessità del condizionamento d’aria in estate.

Enrico Bassignana

Corriere di Chieri, 9 settempbre 2011