21 marzo 2014

Minoranze fuori da "Lago e Collina" - "Non ci rappresenta"

 «Questo Consiglio non ci rappresenta: dunque restiamo fuori».  Le minoranze consiliari di Arignano, Montaldo, Marentino, Mombello e Pavarolo si schierano contro l’Unione “Lago e Collina”. Per formare il Consiglio dell’Unione non nominano uno dei loro, da affiancare ai due consiglieri indicati dalle maggioranze e ai cinque sindaci. Ma la sedia non resterà vuota: a norma di Statuto, il seggio vacante passa a un consigliere di maggioranza.

Oggi, venerdì, alle 21, nella sala consiliare di Marentino il Consiglio dell’Unione prenderà atto delle nomine dei consiglieri, avvenute la scorsa settimana: sono Enrico Bosco (assessore a Marentino), Avio Enrietti (vicesindaco a Mombello) e Stefano Scaglia (assessore ad Arignano). Subito dopo
verrà eletto il presidente.
Papabile è il sindaco di Montaldo, Valerio Soldani. Sergio Bossi (primo cittadino di Pavarolo), Enzo Ferrero (Arignano) e Gianluigi Cochis (Marentino) sono fuori gioco: tutti al secondo mandato, in paesi dove il 25 maggio si voterà. Resta Claudio Berruto, sindaco di Mombello. Ma la sua professione di veterinario assorbe molto del suo tempo, mentre Soldani è in pensione e potrebbe dedicare maggiori attenzioni al neonato ente.
Sergio Gaiotti (Montaldo), parla a nome dei colleghi di opposizione: «Lo Statuto dell’Unione assegna alle minoranze consiliari solo un posto su otto componenti il Consiglio. Una nostra presenza sarebbe quindi ininfluente». Poi ci solo le elezioni che incombono in tre paesi:  «Ne usciranno maggioranze
e minoranze differenti dalle attuali  - osserva dall’opposizione di Marentino Bruno Corniglia - A questo punto tanto valeva attendere ancora due mesi ed eleggere il Consiglio dell’Unione attingendo ai consiglieri comunali scelti dagli elettori».
Per le minoranze, la causa di tutti i mali è lo Statuto: «E’ stato calato dall’alto, ha la scappatoia che gli consente di fare a meno delle minoranze e probabilmente dovrà essere modificato se alla Camera passerà l’emendamento per aumentare il numero dei consiglieri». Cochis non approva la scelta delle minoranze:  «Rinunciano a un ruolo di controllo e partecipazione attiva. Nel varare la composizione del Consiglio ci siamo astenuti a ciò che indica la legge per le unioni con meno di 5000 abitanti. Se le norme cambieranno, ci adegueremo: io, per esempio, avrei preferito avere un consigliere di maggioranza e uno di opposizione da ciascun Comune».

Corriere di Chieri, Venerdì 21 marzo 2014